sabato 31 agosto 2013

Il confine di un attimo.




Titolo: Il confine di un attimo
Titolo originale: The edge of never
Autore: J. A. Redmerski
Editore: Fabbri editori
Anno: 2013
Pagine: 839
Formato: rilegato
Prezzo: € 12,67



Sinossi:
Camryn Bennett, vent’anni, non è certo il tipo da restare ingabbiata in una vita ripetitiva sempre uguale a se stessa. Ma da quando il suo ragazzo è morto in un terribile incidente, niente sembra più importarle davvero…
Dopo che anche la sua migliore amica le volta le spalle, Camryn salta su un autobus, con solo un telefono cellulare e una piccola borsa, decisa a fuggire da tutti coloro che la vogliono incasellare in una vita che non le appartiene. Nel viaggio incontra un ragazzo di nome Andrew Parrish, un tipo non molto diverso da lei, da cui si sente irresistibilmente attratta. Andrew vive la vita come se non ci fosse domani: la provoca, la diverte, la protegge, la seduce, le insegna ad assaporare ogni singolo momento e ad ascoltare le sue emozioni più profonde, i suoi desideri più veri e inconfessati. Ben presto diventa il centro della sua vita. Ma Camryn ha giurato di non lasciarsi andare mai più, di non innamorarsi mai più… E il segreto che Andrew nasconde li spingerà irrimediabilmente insieme o li distruggerà per sempre? Il confine di un attimo è un fenomeno mondiale: auto pubblicato online, ha scatenato la reazione entusiasta di migliaia di fan che hanno realizzato video su YouTube ispirati alla storia, album fotografici, playlist e che ne hanno fatto un successo
da oltre 200.000 copie. Dopo aver scalato le classifiche americane, è in corso di pubblicazione in 20 Paesi.


Se mi sfiori mi perdo.
Se mi lasci mi manca il respiro.


Recensione
di Mary

Ho iniziato questo libro dopo averne sentito parlare in toni entusiastici da una persona che conosco.
Inizialmente, leggendo la trama, ho pensato che potesse piacermi sì, però con qualche reticenza.
Sono una persona, o forse è meglio dire una lettrice, che apprezza molto variare e scoprire nuovi autori anche emergenti e quindi non mi fossilizzo alle prime righe solitamente perché so, da scrittrice amatoriale quale sono, che l'inizio è forse la parte più difficile di un romanzo, storia, saggio, one shot, racconto, ecc. ed in questo caso è andata esattamente così, dopo un inizio non brillante la storia si fa piacere.

Il tema centrale di questo romanzo è il viaggio. Viaggio inteso nel senso primo del termine, viaggio inteso come ricerca di se stessi e viaggio inteso come opportunità di capire gli altri.
Camryn giovane ventenne del North Carolina sa che la vita che sta vivendo le sta stretta, è ingabbiata in una cittadina che non ama particolarmente, ha a che fare con una famiglia particolare dove sua madre è alle prese con una ritrovata libertà dopo un divorzio arrivato dopo il tradimento del marito e Cole, il fratello maggiore, è praticamente “morto” dal momento che si trova in prigione per aver ucciso un uomo mentre era alla guida in stato di ebrezza. Non pensate che io esageri, sono proprio questi i termini che usa Camryn, non le si può certo dare torto visto che con un esperienza simile è morto quello che per lei era l'uomo della sua vita, Ian.
Ian e Camryn avevano un accordo, dopo il diploma avrebbero preso lo stretto necessario e stipatolo in uno zaino sarebbero partiti alla volta di una vita fatta di avventure e di mille lavori che non li avrebbero costretti in un luogo per più di un tot di giorni. Tutto questo è svanito con la morte del ragazzo.
Tuttavia dopo un'aspra litigata con la sua migliore amica Natalie, soggetto che per metà storia ho pensato fosse infido, Camryn afferra un bagaglio e la sua borsetta, sale sul primo autobus che le viene in mente (siano ringraziate le patate e l'Idaho che per chi non lo sapesse è soprannominato lo Stato di quei deliziosi tuberi!) e da lì è storia.

In Texas sull'autobus sale un delizioso giovanotto, Andrew Parrish, meglio noto come il Kellan Lutz su suggerimento di Natalie (Giusto per la cronaca e per informare chi non mi conoscesse io vado letteralmente pazza per il signor Lutz! Quindi menzione d'onore all'autrice che me lo nomina! Un quarto di voto solo per averlo citato! No, scherzo ovviamente!).
Andrew ha anche lui un bagaglio pesante da portarsi dietro, sta viaggiando con l'intento di raggiungere il capezzale del padre malato per dar lui l'ultimo saluto e anche per far pace con se stesso...

Camryn inizialmente è restia ad ogni approccio di Andrew, non che lui ci provi!, è solo incuriosito dal fatto che questa ragazza per auto nascondersi dica cinque bugie su otto parole che dice, ma alla fine la nostra protagonista cede e lascia che per lo meno si facciano compagnia fino al Wayoming dove lui scenderà.
Proprio lì, dopo un rocambolesco salvataggio da un pervertito i due personaggi decideranno di intraprendere un viaggio a ritroso verso il Texas col tacito accordo di essere liberi di parlare di qualsiasi cosa e vivere tutto al momento.

Il viaggio è lungo, le parole si sprecano ma pagina dopo pagina vediamo come Andrew entri nel cuore serrato di Camryn e come Camryn riesca a far sciogliere il bello e impossibile Andrew.

Il finale, anzi, gli ultimi tre/quattro capitoli sono decisamente la botta di adrenalina che effettivamente uno si aspetta a metà romanzo o quasi, invece la cara autrice piazzandoli per ultimi ha deciso di chiudere col botto.
Ovviamente non ve li racconto, sono rispettosa, che volete farci?

Tornando a noi, come dicevo all'inizio la parte iniziale mi è apparsa lenta e stucchevole, non si capiva, a prima lettura dove volesse arrivare Camryn poi, però, andando avanti e finendo di leggere il romanzo ci si ripensa e tutto si chiude in un cerchio.
Natalie dopo aver sentito il racconto del viaggio e della storia di Andrew e Camryn definisce il tutto “una favola moderna”, non è esattamente come la penso io però sì, alla fine se vediamo Camryn come un'eroina forte e coraggiosa, Andrew come un moderno Charming con tanto di tatuaggi (fighi tra l'altro) e sorriso malizioso, la Chevrelle come il famoso cavallo bianco e un grande intoppo (presente sul prefinale che non vi narro) come l'antagonista cattivo direi che ci siamo.

Non ho trovato particolare o incisivo lo stile di quest'autrice; è tutto scritto bene, i caratteri sono delineati, il contorno è ben descritto e fa da ottimo sottofondo ma manca sicuramente un guizzo che avrebbe reso la storia epica.

Ho naturalmente il presentimento che non tutti quelli che la leggeranno troveranno la storia piacevole e poco interessante, io stessa ho avuto quest'impressione. Non aspettatevi il romanzo del secolo, tuttavia passerete delle ore con una piacevole lettura.

lunedì 19 agosto 2013

Il luogo delle ombre.





TitoloIl luogo delle ombre
Titolo originale: Odd Thomas
Autore: Dean Koontz
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2004
Pagine: 432
Formato: brossura
Prezzo: € 8.50 (da copertina)


Sinossi:
Odd Thomas ha vent’anni, fa il cuoco in una cittadina del deserto del Mojave, sogna di sposare la sua Stormy… ed è stato scelto come una sorta di intermediatore con l’aldilà. Il suo particolare “dono” non lo turba troppo, finché un giorno in paese non compare un individuo inquietante, dall’appetito insaziabile e attorniato da ombre malvagie. Ombre visibili solo a Odd che, mettendosi sulle loro tracce, si introduce nella casa dello straniero, trovando un dettagliato archivio sui serial killer e facendo altre agghiaccianti scoperte…


«Quella sera hai portato con te tre piccoli riquadri di feltro bianco. Dopo aver violentato la ragazzina, hai raccolto un po’ del suo sangue di vergine su quei riquadri di feltro. Una volta asciugati, i riquadri si sono fatti rigidi e scuri, friabili come cracker. Ne porti sempre uno con te. Ti piace odorarlo. Buon Dio, Harlo. A volte te lo metti tra i denti. E lo mordi.»
Spalancò la portiera e si diede alla fuga.
Io non sono la legge. Non sono un vigilante. Non sono la vendetta personificata. Non so nemmeno che cosa sono o perché.



Recensione
di
FVonSexron


Il genere non è molto diverso da quello di Duma Key. Lettore avvisato mezzo salvato, giusto?
Anche Dean Koontz, esattamente come King, è un lascito della mia mamma. Quando da piccola mi ha abituata a leggere è partita sì con Harry Potter, ma in casa i libri per bambini scarseggiavano – fatta eccezione per i libri di fiabe, ovviamente – perché quel libro era un po’ un esperimento, per vedere se leggere mi piacesse tanto come piaceva a lei. Quando Harry Potter è finito – avevo i primi due volumi, era l’anno successivo all’uscita de La camera dei segreti credo – in casa c’erano solo libri del genere di King, Koontz o altri gialli polizieschi, thriller, horror. Non ho cominciato da piccina a leggerli chiaramente, ma quando sono cresciuta un po’ e mi sono detta “Ok, magari se lo leggi stanotte dormi comunque” ho cominciato a leggerli anche io… e Il luogo delle ombre è stato uno dei primi che ho letto e che più o meno una volta l’anno rileggo, perché l’ho adorato.
Dal signor Koontz non aspettatevi grandi paroloni o descrizioni prolisse e noiose, o ancora discorsi inutili o – c’è da dirlo – personaggi piuttosto semplici. È un thriller fantasy dopotutto, e come il protagonista non fa eccezione, nemmeno chi lo circonda la fa, in quanto a carattere. In ogni caso, tralasciando per un istante la costruzione dei personaggi, lo stile del caro Dean è davvero semplice. Niente virtuosismi inutili, niente parole che potrebbero sfuggire alla comprensione di chi magari non è avvezzo alle lettura e non ha un vocabolario molto ampio, descrizioni semplici e lunghe lo stretto indispensabile. La lettura di questo libro, insomma, non è affatto noiosa.
Ammetto che gran parte del lavoro la fa la trama e i personaggi. La prima è ben studiata, eppure semplice tanto da sembrare banale… se non fosse per il fatto che, in ogni caso, Koontz riesce a fregarti con dei risvolti che non ti saresti mai e poi mai aspettato, caro lettore. Sembra quasi dirti, a un certo punto: Te l’ho fatta, eh? Non ti aspettavi che succedesse qualcosa di simile!
E i personaggi, i personaggi! Odd Thomas, il protagonista, è in grado di vedere i fantasmi dei morti. Non quelli di tutti, chiaramente, ma quelli di coloro che hanno ancora una faccenda in sospeso con il mondo dei viventi – stile Ghost Whisperer, avete presente? Qualcosa di simile. La piccola parte che ho trascritto sopra, in effetti, è il collage del dialogo che Odd ha con Harlo, un vecchio compagno di scuola, indicato colpevole della sua morte dalla piccola Penny Kallisto, un fantasma che chiede il suo aiuto per poter finalmente riposare in pace.
Il potere di Odd non si ferma qua, comunque. Il ragazzo è in grado di vedere i bodach, esseri che appaiono come ombre nere e che si aggirano in qualsiasi luogo in cui riescano a percepire un sentore di morte. Questi esseri lo aiutano più di una volta, con la loro presenza, a fargli intuire la pericolosità di determinati luoghi o soggetti, o quando qualcuno dei suoi cari è in pericolo.
Odd è un personaggio particolare, ma non è di certo l’unico. A partire dal detective Porter, che è a conoscenza del suo dono, passando per la sua amica e collega Terry, fissata con Elvis Presley e arrivando a personaggi citati solo di sfuggita come Shamus Cocobolo, un radiofonico cieco che lo aiuta a risolvere una grande parte dell’enigma che il suo antagonista, Bob Robertson – detto anche l’uomo fungo­, e potete facilmente intuirne il perché… non doveva essere sta gran bellezza, ecco – si è portato nella città di Odd.
Un enigma che ha a che fare con poliziotti non proprio così buoni, morti che parlano e qualcosa che spaventa un po’ tutti: il satanismo.
Buona lettura, se almeno un po’ vi ho invogliati!
Alla prossima! ;)

Ps: un miracolo che la mia collega non mi sgridi perché sono troppo prolissa, ma credetemi, non posso farci niente. È più forte di me, quando comincio a scrivere non riesco più a fermarmi. Help!

domenica 11 agosto 2013

Mille splendidi soli.





TitoloMille splendidi soli
Titolo originale: A thousand splendid suns
Autore: Khaled Hosseini
Editore: Piemme
Anno: 2007
Pagine: 429
Formato: brossura
Prezzo: € 12.00 (da copertina ora, al tempo in cui l’ho letto non saprei dire perché mi è stato regalato)


Sinossi:
A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l’arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una harami, una bastarda, e sarebbe un’umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, come dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L’unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Leila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell’aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e che ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra.
Mariam e Leila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall’intreccio di due destini, una storia indimenticabile che ripercorre la storia di una paese in cerca di pace, dove l’amicizia e l’amore sembrano ancora l’unica salvezza.


Distesa sul divano, con le mani tra le ginocchia, Mariam fissava i mulinelli di neve che turbinavano fuori dalla finestra. Una volta Nana le aveva detto che ogni fiocco di neve era il sospiro di una donna infelice da qualche parte nel mondo. Che tutti i sospiri che si elevavano al cielo si raccoglievano a formare le nubi, e poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gente.
«A ricordo di come soffrono le donne come noi» aveva detto. «Di come sopportiamo in silenzio tutto ciò che ci cade addosso.»


Recensione
di
FVonSexron


Quattrocentoventiquattro: il numero delle pagine che, sono certa, vorreste non finissero mai. Ogni lettore che si accinge a leggere questo capolavoro si ritrova a sperare ogni istante di più che le pagine non finiscano mai, mai, mai.
Ci si stupisce sempre un po’ notando che questo libro, che narra della storia di due donne afghane i cui destini s’intrecciano indissolubilmente, è stato in realtà scritto da un uomo. Dopo il libro Il cacciatore di aquiloni, che racconta la toccante storia di due amici che scoprono infine di essere fratelli da parte di padre, Khaled Hosseini ha deciso di descrivere il suo paese natale – lui vive da anni negli Stati Uniti –, l’Afghanistan, dal punto di vista di due donne, e come solo due donne potrebbero viverlo.
Gli anni della guerra fanno da sfondo – e non troppo, perché la sua presenza nelle vite delle protagoniste è reale e ingombrante quanto può essere reale e ingombrante un elefante nel vostro appartamento -  alle storia di Mariam e Leila.
Mariam è una harami, una bastarda, figlia di un ricco signore di Herat; quando la madre di Mariam si impicca, uccisa dal suo “male di vivere”, il padre della ragazza se ne libera dandola in sposa ad un uomo molto più grande di lei. Il matrimonio di Mariam non va a gonfie vele, tutt’altro. Rashid, il marito, è irascibile e la crede una disgrazia capitatagli tra capo e collo per colpa della sua sterilità; ad ogni gravidanza segue un aborto spontaneo, fino a che Rashid non è stanco di cercare di avere eredi e smette di cercarla la notte.
Leila è una ragazzina nata a cresciuta a Kabul; la madre soffre di bipolarismo a causa della morte dei suoi fratelli nella jihad, la guerra santa. Passa giorni ad essere il sole della casa di Leila, ma a questi alterna momenti di buio più totale: la donna si chiude nella sua stanza, al buio, senza cibo. La ragazzina cresce quindi con la figura di Tariq, figlio dei vicini. Ben presto è comunque chiaro che Tariq non è un semplice amico per Leila, ma è proprio la ragazza stessa a scoprirlo per ultima; prima della sua partenza, per sfuggire alla guerra in Afghanistan, il ragazzo le porta via la verginità e le lascia in dono il loro figlio. Dopo qualche giorno una bomba esplode sulla sua casa, rendendola orfana. È così costretta a sposarsi a Rashid – in Afghanistan c’è la poligamia –, che l’ha ospitata durante la convalescenza dopo l’incidente. Leila lo sposa e subito tra lei e Mariam nasce una rivalità feroce, in quanto Mariam si sente “prima donna” della casa e perciò in competizione con Leila, più giovane, più bella e, soprattutto, dal ventre fertile.
Nonostante questo il loro rapporto, dapprima spigoloso, si smussa fino a diventare una solida amicizia e a far nascere un importante sodalizio tra le due donne, un sodalizio che salverà in parte le loro vite nel duro Afghanistan degli anni della guerra.

Credo che sia uno dei libri più emozionanti che io abbia mai avuto l’occasione di leggere. Nonostante sia stato scritto da un uomo, è un libro che narra di donne e ci sono pochi uomini al mondo – uno di essi è l’autore – in grado di comprendere davvero l’animo di una donna. Solo le donne possono carpire fino in fondo l’anima così femminile e complessa di questo romanzo, solo le donne possono comprendere i gesti delle due protagoniste, perché sono istinti che provengono solo dall’animo di una donna.
La guerra è un elemento cruciale del romanzo, uno sfondo che si fa spazio con prepotenza nelle vite delle protagoniste; è quel tratto che, se fosse assente dal romanzo, farebbe ad esso perdere ogni significato. La guerra in Afghanistan descritta da Hosseini è crudele, è spietata, ed è il motore di tutto ciò che accade a Mariam e a Leila. Senza la guerra, Mariam e Leila non avrebbero agito come hanno agito. Senza la guerra non sarebbero diventate amiche, non avrebbero vissuto nessuna delle esperienze che le ha segnate così profondamente.
Un romanzo che, come la storia di Mariam e Leila, vale la pena di essere vissuto parola per parola, fino all’ultimo punto.

venerdì 9 agosto 2013

L'isola dell'amore proibito



Titolo: L'isola dell'amore proibito
Titolo originale: On the island
Autore: Tracey Gravis Graves
Editore: Garzanti
Anno: 2013
Pagine: 336
Formato: Rilegato
Prezzo: €14,90
Sinossi: 
L'acqua cristallina lambisce dolcemente i suoi piedi nudi. Anna apre gli occhi all'improvviso e davanti le si apre la distesa sconfinata di un mare dalle mille sfumature, dal turchese allo smeraldo più intenso. Intorno, una spiaggia di un bianco accecante, ombreggiata da palme frondose. 
Le dita della ragazza stringono ancora spasmodicamente la mano di TJ, disteso accanto a lei, esausto dopo averla trascinata fino alla riva. 
Anna non ricorda niente di quello che è successo, solo il viaggio in aereo, il fondale blu che si avvicina troppo velocemente e gli occhi impauriti di TJ, il ragazzo di sedici anni a cui dovrebbe dare ripetizioni per tutta l'estate. 
Un lavoro inaspettato, ma chi rifiuterebbe una vacanza retribuita alle Maldive? E poi Anna, insegnante trentenne, è partita per un disperato bisogno di fuga da una relazione che non sembra andare da nessuna parte. Ma adesso la loro vita passata non è più importante. 
Anna e TJ sono naufraghi e l'isola è deserta. 
La priorità è quella di sopravvivere fino ai soccorsi. I giorni diventano settimane, poi mesi e infine anni. 
L'isola sembra un paradiso, eppure è anche piena di pericoli. I due devono imparare a lottare insieme per la vita. Ma per Anna la sfida più grande è quella di vivere accanto a un ragazzo che sta diventando un uomo. Perché quella che all'inizio era solo un'amicizia innocente, attimo dopo attimo si trasforma in un'attrazione potente che li lega sempre più indissolubilmente.  

 

Un viaggio imprevedibile.
Un paradiso incontaminato.
Un amore più forte del destino. 

 
Recensione
di Mary 

Un isola deserta, una donna, un giovanissimo uomo sono gli ingredienti di questo romanzo d'esordio di Tracey Gravis Graves. Romanzo che ha vissuto un bel po' di vicissitudini prima di venire pubblicato ma ve ne parlerò dopo. 

Anna, la protagonista femminile, è un'insegnante di trent'anni che decide di accettare di dare ripetizioni per tutta l'estate a T. J. sedicenne in remissione da un linfoma che gli ha impedito di frequentare la scuola.
Lo scenario (chi non accetterebbe una lavoro/vacanza retribuito alle Maldive?), il bisogno di allontanarsi da casa e dall'amore forse non più amore per John storico fidanzato spingono la donna a fare armi e bagagli e salire sul primo di tanti aerei che la porteranno in un paradiso tropicale tuttavia diverso da quello prefissato.
Il piccolo idrovolante su cui viaggiano Anna e T. J. a causa di un malore del comandante precipita nel bel mezzo dell'Oceano Indiano e da lì passeranno anni prima che qualcuno li trovi. Calcolate che la storia inizia nel 2001 e i due naufraghi vengono salvati per puro caso in seguito allo Tsunami che nel dicembre 2004 colpisce la zona compresa tra
India, Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, Birmania, Maldive, Bangladesh, Somalia e Kenya.

Quindi, quattro anni vissuti prima con il poco che l'isola offriva e poi al miracoloso (e al quanto discutibile) ritrovamento delle valigie che i due portavano con loro, parti di aereo e una misteriosa capanna in mezzo alla foresta, che in seguito si scoprirà essere al centro di un mistero che non sto a raccontare nel caso voi vogliate cimentarvi nella lettura.
Vorrei dilungarmi su tutti gli accadimenti che sferzano la vita monotona dei due naufraghi ma sinceramente vi annoierei solamente, potete immaginare quale possa essere la vita sull'isola.

Tutto questo per dirvi che bene o male la storia dell'isola è pressapoco scontata. 

A discapito del titolo (attenzione! solo nella trasposizione italiana tra l'altro), dove la parola proibito può far pensare a chissà quali sconcerie possono fare due persone nel fiore degli anni e tutte sole, non c'è nulla di così trascendentale e paragonabile ai romanzi usciti ultimamente sulla scia delle famose "Fifty Shades".
Ebbene sì, Anna e T. J. iniziano una relazione ma non urlate subito alla "pedofilia" perché tutto questo accade solamente quando il giovanotto diventa maggiorenne. Apriamo una perentesi sulla cosa; vi pare normale che dai 16 ai 19 anni un adolescente uomo non vada su di giri trovandosi davanti una donna tutto il santo giorno praticamente svestita? Io ho riso per mezz'ora come me lo hanno fatto notare. 


Il romanzo è sicuramente una lettura piacevole e ho trovato interessante soprattutto la parte successiva al ritrovamento quella che vede il ritorno alla civiltà di Anna e T. J. perché in molti film e libri con a tema il naufragio questa parte di storia viene omessa. 
Tg, giornali, siti web si interesseranno alla storia dei due naufraghi e ovviamente la loro storia d'amore verrà a galla. Sarà difficile spiegare alla gente, al di fuori alla cerchia famigliare, che tutto è avvenuto con la maggiore età di T. J. e altrettanto difficile sarà accettarne l'opinione.

La Gravis Graves ha uno stile molto basic che narrativamente parlando è un po' scarno (ci sono infiniti passaggi in cui tutto sembra un eterna descrizione!). Tuttavia si può chiudere un occhio su questo pensando che "L'isola dell'amore proibito" è la sua opera prima. 


Come vi accennavo all'inizio voglio fare un accenno alla vita del libro e riporto proprio quello che scrive il sito di Garzanti, l'editore che lo ha portato in Italia:
"Marzo 2012 Esce la prima edizione dell'Isola dell'amore proibito, che l'autrice ha deciso di pubblicare in proprio. Dopo pochi giorni la reazione dei lettori è entusiasta, il romanzo vende sempre più copie ogni giorno che passa. 
Aprile 2012 Il pubblico impazzisce per il libro, i commenti positivi invadono la rete. Chi lo legge lo consiglia a chiunque conosca, perché è un esordio folgorante, che fa sognare.  
Inizio maggio 2012 Il fenomeno non si ferma. L'isola dell'amore proibito vende in un solo mese più di 200.000 copie. Le classifiche confermano il successo. È in cima alla top ten delle testate americane più importanti: «New York Times», «Wall Street Journal», «USA Today». 
14 maggio I maggiori editori americani si contendono L'isola dell'amore proibito in un'asta infuocata che va avanti per giorni. La vince Penguin per una cifra sbalorditiva, tre milioni di dollari. In contemporanea «Variety» annuncia che i diritti per la trasposizione cinematografica sono stati venduti alla MGM.
1° giugno Garzanti si muove velocemente e riesce ad aggiudicarsi il libro per il mercato italiano. Alcuni blog e forum di lettori iniziano già a parlarne e lo attendono con ansia.
Luglio 2012 Il caso editoriale si espande. Dopo Inghilterra, Francia e Brasile i diritti vengono venduti in tutto il mondo. Penguin, la casa editrice americana, prepara il lancio in USA. Le librerie ne hanno ordinate migliaia di copie.
17 luglio Il giorno della sua uscita negli USA, L'isola dell'amore proibito inonda le librerie.
Settembre 2012 L'isola dell'amore proibito è sempre il romanzo più amato. In metropolitana, sui treni, nelle spiagge affollate non si vedono altro che copie del libro e lettori avidi di arrivare all'ultima pagina.
Ottobre 2012 Il passaparola non si ferma. Si creano gruppi di lettura dedicati al libro, si intavolano discussioni e forum sempre più estesi. Tutti si chiedono cosa avrebbero fatto al posto di TJ e Hannah. L'isola dell'amore proibito domina ancora incontrastato i primi posti delle classifiche.
Gennaio 2013 L'isola dell'amore proibito arriva finalmente nelle librerie italiane."
Quindi cari autori, se nessuno vi pubblica non vi abbattete!



Tirando le somme, consiglio quest'opera a chi non ha troppe pretese, a chi ha voglia di passare un paio d'ore piacevoli e a chi cerca una lettura estiva. 

martedì 6 agosto 2013

Duma Key.





TitoloDuma Key
Titolo originale: Duma Key
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2008
Pagine: 741
Formato: rilegato
Prezzo: € 19.90 (da copertina)


Sinossi:
Un terribile incidente si porta via il braccio destro di Edgar Freemantle, imprenditore edile, mandandogli in tilt il cervello. Tutto quello che gli resta una volta uscito dal tunnel è un corpo menomato e rabbia cieca. Su consiglio dello psichiatra si trasferisce allora a migliaia di chilometri di distanza, a Duma Key, una lussureggiante isoletta incontaminata al largo della Florida. Lì riscopre l'hobby della pittura. Il primo soggetto è la sagoma scura di una nave che improvvisamente si staglia sul mare al tramonto. In breve tempo le curiose suggestioni del paesaggio cominciano ad assumere significati sinistri, e i sogni si trasformano in visioni agghiaccianti... Edgar si rivela un artista eccellente, ma quell'insospettato talento è una sorpresa e un'arma insieme: i suoi quadri hanno il potere di influenzare la realtà. Ormai è certo che qualcosa si stia servendo di lui per liberarsi e uscire allo scoperto. Mentre la nave nera si fa sempre più vicina e minacciosa, Edgar conosce l'anziana Elizabeth Eastlake, che da piccola fu vittima della medesima possessione: il passato della donna viene finalmente alla luce e i fantasmi della sua infanzia cominciano a manifestarsi, rivelando in modo devastante la loro pericolosità.


Dev'essere stato come vedersi restituire la lingua dover aver pensato di dover rimanere in silenzio per sempre. E di più. Meglio. Era un dono di se stessa, di ELIZABETH. Già da quei primi disegni così incredibilmente coraggiosi deve aver capito che cosa stava accadendo. E deve aver desiderato di più.
Il suo dono ha fame. I doni migliori - e i peggiori - ce l'hanno sempre.



Recensione
di
FVonSexron


A primo impatto le settecentoquarantuno pagine possono spaventare, lo ammetto, ma se siete lettori temerari come me di certo non vi lascerete intimidire dal tomo che vi si presenta quando avete Duma Key davanti. 
Avevo già fatto diversi tentativi di lettura di un libro dell'immenso King: avevo cominciato L'acchiappasogni - poi abbandonato -, Il talismano, Cell... Tutti esperimenti falliti tranne uno, L'uomo in fuga, che qualcuno di voi conoscerà perché proprio da questo libro ha tratto ispirazione l'autrice S. Collins per la trilogia di Hunger games. Quest'ultimo mi era piaciuto così tanto che ricordo che, al tempo, l'ho finito in poco meno di due ore... e ora che ci penso, ho letto anche Notte buia, niente stelle, una serie di racconti incentrati sulle donne, vittime o carnefici. Molto belli e intensi, particolarmente vivibili (si potrà dire?) da una donna. Non aspettatevi baci e abbracci dai libri di King...
In ogni caso, come da copione per ogni libro del Re l'inizio è un po' piatto. Così piatto che spesso e volentieri ti fa venire voglia di gettare il libro dalla finestra del terzo piano, salvo poi pensare allo spreco di carta e a tutti gli alberi abbattuti per stamparlo. Mi sono sforzata con ogni libro di proseguire la lettura, ma i primi citati mi hanno tutti delusa, fatta eccezione per... beh, per le eccezioni. Lo stile tuttavia è superbo, le descrizioni non sono mai troppo lunghe o sbrodolanti di aggettivi superflui, non ci sono mai troppi avverbi che terminano in -mente perché King li odia (e questo mi ricorda che ho letto anche un suo libro dedicato agli aspiranti scrittori, intitolato On writing, proprio "Sulla scrittura").
Anyway, non fatevi abbattere dall'incipit decisamente triste e privo di particolarità, perché Duma Key ne vale davvero la pena. Il personaggio di Edgar va amato così com'è, e garantisco che non ci sono eccezioni qui: lo si ama e basta, con le sue particolarità e il suo braccio destro amputato... e con il suo dono, naturalmente. Per tutta la durata del libro il dono e l'essere che pare dominarlo sono i veri protagonisti, quasi Edgar e Wireman, il grande amico che incontra sull'isola della Florida, siano solamente un contorno ad esso e al suo padrone. Edgar e Wireman prendono lentamente consapevolezza del dono che il primo pare possedere, prima ipotizzandolo quasi per scherzo, ma imparando poi a riconoscerlo come tale e comprenderne la pericolosità. Il dono sta giocando con loro e li sta sfruttando - in particolare Edgar ovviamente, che lo porta in sé -, portandoli su una strada pericolosa, e solo Elizabeth Eastlake, l'anziana donna padrona dell'isola che Wireman accudisce, riesce a comprendere appieno la situazione, perché lei ha avuto il dono anni prima che arrivasse a Edgar.
Le settecentoquarantuno pagine scorreranno fin troppo velocemente, credetemi. Vi sembreranno pochi minuti che l'avete cominciato quando sarete già alla metà, e alla fine direte "Come, è già finito?", compreso di sguardo da cucciolo abbandonato in autostrada e labbro inferiore sporgente. La storia ti tiene incollato a forza alle pagine, quasi impedendoti ti separartene... è una lettura meravigliosa, se il genere horror-fantasy vi piace.
Il finale… a bocca aperta - e con un po’ di amaro in quella bocca, certamente, ma degno del Re. 

Post scriptum: rileggendomi qualche titolo di King, mi sono dimenticata di dirvi che ho letto anche Il miglio verde e La bambina che amava Tom Gordon. Il primo un capolavoro - se avete visto il film vale la pena di leggersi più di seicento pagine di libro! -, il secondo un po' noioso ma particolare.

lunedì 5 agosto 2013

Tutto accadde in una notte







Titolo: Tutto accadde in una notte
Titolo originale: Nick&Norah's infinite playlist
Autore: Rachel Cohn & David Levithan
Editore: Mondadori
Anno: 2006
Pagine: 196
Formato: brossura
Prezzo: €9,50


Sinossi:
Manhattan, sabato sera, un locale punk. Nick, che ha appena finito di suonare con il suo gruppo, chiede a una sconosciuta di essere la sua ragazza per cinque minuti. Le chiede solo cinque minuti e un bacio. Quanto basta per farsi vedere dalla sua ex che incede sicura nel locale con il nuovo ragazzo. Ma anche quanto basta per precipitare con Norah in una notte lunghissima. 
Vagando in una New York piovosa e sfavillante di luci, tra tassisti scontrosi, buttafuori vestiti da coniglietta, ingombranti ex fidanzati, un giubbotto che si chiama Salvatore e una vecchia auto di nome Jessie, Nick e Norah vivranno una notte indimenticabile, al ritmo di una colonna sonora fatta di clacson, cellulari squillanti e canzoni: pezzi rock urlati nei locali, testi appassionati scritti sui marciapiedi, canzoni amate e canzoni odiate, in una playlist all'ultimo respiro.

- Quando finisce la notte? Con l'inizio dell'alba? Quando chiude il locale o quando se ne vanno tutti?-
- Finisce quando decidi che è finita - dice lei - Quando decidi che è giorno. Il resto è soltanto questione di dove si trova il sole in cielo, e non ha niente a che fare con noi.-

 Recensione
di Mary

"Tutto accadde in una notte" è uno di quei libri dedicati all'adolescenza che lasciano il segno. 
Non voglio fare la sentimentale, ruolo che non mi si addice affatto, ma ricordo perfettamente che quando iniziai a leggerlo ero proprio nella fase "cotta a puntino" di uno di quei ragazzi irraggiungibili ed il mio primo pensiero è stato "caspita, quanto vorrei mi accadesse una cosa così con X!"

Ma veniamo a noi, questo libro vede come scenario la città di New York e ha come protagonisti questi due ragazzi: Nick, uno dei componenti di una band punk, e Norah, figlia di un noto discografico in perenne lotta con il padre. 
Nick, appena sceso dal palco dopo un esibizione, nota che nel locale è presente la sua storica ex fiamma insieme ad un altro e per non fare la figura del demente ha la brillante idea di chiedere a Norah, una perfetta sconosciuta, un bacio e una prova attoriale come attuale fidanzata, giusto per togliersi di torno l'altra. 
Non si sa per quale motivo, oddio se ci figuriamo Nick come quello in copertina un paio di motivi validi li troviamo!, Norah accetta e tutto ha inizio. 
Si sa, la notte è giovane per cui i due decidono insieme alla band composta da soggetti particolari, immaginatevi gli sconclusionati protagonisti di "The Big Bang Theory" e ci siete quasi, di vivere un tour di locali, strade e ristoranti folli della movida di Manhattan. 
Come appunto dice il titolo tutta la storia si articola nell'arco di una sola notte.
Vorrei soffermarmi un attimo sui protagonisti, lei è una ragazza brillante, fuori dagli schemi e coraggiosa, sa cosa vuole ed è disposta a mettersi contro il padre pur di ottenerlo; Nick è impacciato e dolce tanto che non si capisce perché la ex se lo sia fatto scappare. 

Non è un libro lungo, lo si legge in un giorno, o in una notte, ma è appassionante soprattutto se piace il genere romantico.
Ho apprezzato molto la scrittura a due mani dei due autori e soprattutto mi è piaciuta la playlist che accompagna ogni capitolo del volume. Confesso che molti dei titoli non li avevo mai sentiti (parlo del lontano 2006, ero una fresca 16enne stolta) ma dopo la lettura la curiosità è stata tanta che mi sono fatta una scorpacciata di ottime canzoni.
Vi avverto che il finale è abbastanza aperto e nonostante io non apprezzi la cosa in questo caso mi è piaciuto anche se, lo ammetto, mi piacerebbe sapere come si immaginano la continuazione i due autori. 

N.B.
Da questo libro è stato tratto un film dal titolo per l'Italia "Nick&Norah, tutto accadde in una notte" che a mio parere oltre al titolo e al nome dei personaggi non ha niente a che fare con il romanzo. Quindi, se volete un parere, boicottatelo! Fermatevi alla lettura e credetemi, la vostra l'immaginazione sarà la vostra migliore alleata.

In ogni caso vi lascio il link del trailer ma fidatevi di me!