lunedì 14 aprile 2014

L'ospite.






Titolo: L’ospite
Titolo originale: The host
Autore: Stephenie Meyer
Editore: Rizzoli
Anno: 2008
Pagine: 569
Formato: brossura
Prezzo: € 18.00 (da copertina)


Sinossi:
Due anime e un solo corpo: è così che Melanie e Wanda si conoscono. Una è l’ospite terrestre, l’altra è lo spirito alieno, entrambe sono pedine di una furiosa guerra per il possesso del pianeta. Dovrebbero odiarsi, ostacolarsi, tentare di distruggersi a vicenda, ma avviene qualcosa che le fredde intelligenze degli extraterrestri non hanno previsto: l’appassionata Mel e la tenace Wanda dividono pensieri, emozioni e sentimenti, fino a che l’amore travolge anche l’anima impassibile dell’aliena. Contro ogni regola, contro ogni istinto, contro tutti, Wanda decide di accettare la sua ospite e si mette in viaggio, decisa a ritrovare il ragazzo che ha acceso in entrambe un amore tanto immenso e sconvolgente da abbattere qualunque ostacolo.

Cosa mi faceva preferire l'amore degli umani a quello della mia specie? La sua essenza esclusiva e capricciosa? Le anime offrivano amore e comprensione a qualunque altra. Avevo bisogno di una sfida più difficile? Questo amore era complicato, privo di regole fisse: lo si poteva offrire in cambio di nulla, come nel caso di Jamie, o conquistare con il tempo e la fatica, come per Ian, oppure era così inaccessibile da spezzarti il cuore, come nel caso di Jared. O forse, molto semplicemente, era migliore? Era una gamma di emozioni più ampia che consentiva agli umani di odiare con tanta furia, ma anche di amare con più passione, zelo e ardore? Non sapevo perché lo avessi desiderato così disperatamente, sapevo soltanto che, ora che lo possedevo, valeva tutti i rischi e la sofferenza che avevo affrontato. Era meglio di quanto immaginassi. Era tutto.



Recensione
di
FVonSexron


Eccomi tornata, finalmente, con una nuova recensione.
Premetto una cosa, che credo sia necessaria prima di recensire questo libro: ho un rapporto di amore-odio molto complicato con la precedente opera di quest’autrice, ovvero la celebre saga di Twilight. A volte l’apprezzo, a volte meno, non apprezzo per nulla l’adattamento cinematografico e con le fanfiction ho un rapporto quasi più complicato di quello con la saga originale.
Insomma, quando mi hanno regalato L’ospite non ho fatto i salti di gioia, sebbene io sia una di quelle persone che preferisce documentarsi prima di schifare. Perciò, la prima sera che ne ho avuta l’opportunità ho aperto il libro e ho cominciato a leggere.
Le prime pagine sono lente, lo ammetto: tutto questo andirivieni tra il presente – la vita di Wanda nel corpo di Melanie – e i ricordi dell’ospite umano che l’alieno occupa sono un po’ logoranti, tuttavia necessari a un’introduzione come si deve.
Wanda pare l’unico alieno a non avere un ospite collaborativo: Melanie non è “assopita” dentro di sé come in tutti gli altri casi di “trapianto alieno”; al contrario è viva, è scalpitante, e le piace farsi sentire con la sua intrusa. Insomma, Wanda – o Viandante, come viene chiamata nelle prime pagine del libro – non ha una vita facile, e per questo decide di fuggire dalla comunità di alieni e viene catturata da un insediamento di umani, gli unici rimasti senza “trapianto” di anima aliena. Tra questi c’è Jamie, il fratello dell’umana che possiede, e Jared, il ragazzo di cui lei era innamorata. Gli umani inizialmente sono diffidenti nei suoi confronti, ma una volta compresa la sua inoffensività la lasciano convivere con loro, nonostante alcuni del gruppo restino ostili.
Tra varie peripezie e difficoltà, Wanda riesce infine a convivere con gli umani e il finale è inaspettato e decisamente lieto – fin troppo per i miei gusti, che decisamente non sono un’amante dei finali zuccherosi.
L’opera, a livello letterario, è superiore alla precedente saga dell’autrice, senza dubbio, tanto che mi sono chiesta se non fosse uno strano scherzo: la caratterizzazione dei personaggi e la trama de L’ospite non hanno nulla a che vedere con la storiella d’amore di Edward e Bella. La storia è più completa in ogni senso: i personaggi sono curati, senza dubbio più di quelli di Twilight, e meno stereotipati – chi vuole un’altra Mary Sue e un altro Gary Stu dopo Bella e il suo vampirozzo? – e certamente la trama è più sostanziosa di quella di Twilight e vari seguiti.
Lo consiglio? Direi di sì. Nonostante i tratti piuttosto lenti, soprattutto all’inizio, lo consiglio certamente. Questa volta, la Meyer se li merita sicuramente i complimenti: è riuscita a produrre qualcosa che non sia solo una storiella d’amore di ragazzini stereotipati, e gliene do credito. *clap clap*

Alla prossima recensione! ;)